San Nicola di Bari, compatrono di Genazzano

6 dicembre

Negli ultimi secoli dell’impero romano, il territorio di Genazzano era stato prima proprietà della famiglia imperiale che vi possedeva una grande villa e delle grandi famiglie aristocratiche dell’Urbe, poi fu elargito alla basilica romana dei SS. Giovanni e Paolo a Celio e infine ai Benedettini di Subiaco prima di diventare feudo della famiglia Colonna (XII sec.-1816). All’epoca si veneravano i santi martiri locali, tra questi san Secondino che per la sua fede cristiana aveva versato il sangue al trentesimo miglio della via Prenestina, al bivio che da Genazzano conduce a Valmontone e a Fiuggi. Da quando le popolazioni rurali si riunirono nel castello di Genazzano, citato per la prima volta nei documenti dell’Abbazia di Subiaco nell’anno 1021, si iniziò a venerare anche il santo vescovo Nicola di Mira, città della Licia in Asia Minore (oggi Turchia), da tutti conosciuto come san Nicola di Bari, dopo il trasporto delle sue reliquie in Puglia. Alcune reliquie del santo vescovo, vissuto nel IV secolo, erano giunte a Roma già verso il 1000 e il culto era stato diffuso nel territorio di Genazzano dalle monache romane dei Santi Ciriaco e Nicola che ivi possedevano cospicui beni. La più antica chiesa del castello fu quindi dedicata a S. Nicola, elevata poi in Collegiata dal papa genazzanese Martino V ed arricchita di molti privilegi; oggi è affidata all’amministrazione dei Padri Agostiniani del Santuario che hanno curato e incrementato il culto del Santo.