La Cappella del Beato Stefano Bellesini
Dalla Cappella del Crocifisso, attraverso la porta a destra dell’altare, si accede sull’arco che congiunge la Basilica e un paino dello storico Palazzo de Carlonibus-Brancaleone, acquistato e sistemato dagli Agostiniani nel 1925. Nel 1974, completamente ristrutturato, fu destinato in parte alla Cappella del Beato Stefano Bellesini nel quadro delle celebrazioni per il II Centenario della sua nascita: oggi vi è conservato il corpo e vi trova spazio la Penitenzieria della Basilica.
Il Beato Stefano Bellesini nacque a Trento il 25 novembre 1774 da Giuseppe e Maria Orsola Meichelpeck. Grazie allo zio materno, il P. Fulgenzio Meichelpeck, allora priore del Convento agostinaino di San Marco di Trento, entrò nell’Ordine agostiniano. La rivoluzione francese e le sue nefaste conseguenze portarono anche a Trento alla soppressione degli Ordini religiosi. P. Stefano, giovane sacerdote, fu costretto a tornare in famiglia. Nei locali della casa paterna iniziò a riunire e ad educare molti ragazzi, soprattutto poveri, ai quali impartì non solo la ricchezza della sua intelligenza ma anche e soprattutto i suoi profondi sentimenti cristiani. Per i meriti acquisiti nel campo dell’educazione giovanile, dopo l’avvento degli Austriaci fu nominato ispettore generale di tutte le scuole del Principato di Trento.
Alla notizia che la vita religiosa era stata ripristinata negli Stati Pontifìci, Stefano ebbe il santo coraggio di abbandonare patria, famiglia e carriera e, fuggendo di nascosto, si recò prima a Bologna, poi a Roma, Città della Pieve, e infine, nel 1826, a Genazzano per essere religioso agostiniano. Lo fu santamente fino alla morte, avvenuta sotto lo sguardo della Madre del Buon Consiglio nel 1840.
A Genazzano fu prima Maestro dei Novizi e, dal 24 giugno 1831, Parroco. Negli ultimi nove anni della sua vita, pieni di difficoltà, minato nella salute, non risparmiò mai sé stesso e morì anche a causa dei postumi del tifo petecchiale, che infuriava nel paese, mentre – unico dei parroci rimasto in sede- non smise di portare il conforto dei sacramenti ai poveri e ai malati. Dichiarato Beato da Pio X il 27 dicembre 1904, primo parroco elevato agli onori dell’altare, se ne invoca e si attende con fiducia la Canonizzazione!
La vetrata della Cappella del Beato Stefano è opera dell’ungherese Padre Peter Prokop (1974):
- Al centro Gesù: sul suo petto il Vangelo, aperto, con le lettere Alfa e Omega (principio e fine).
- Alla sua destra, i simboli della Trinità, della Creazione e dell'Incarnazione, Crocifissione, Resurrezione, Pentecoste.
Alla sua sinistra, i simboli IHS (Gesù Salvatore degli uomini) e XP (Cristo Redentore), la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, l'Eucaristia, la Chiesa
- Sotto l'Angelo della Resurrezione è collocata l’immagine del Beato Stefano nella sua attività sacerdotale tra i malati e i bisognosi, a Genazzano, con le date della nascita e della morte: 1774-1840.
- Sotto l'immagine della Madre del Buon Consiglio c’è il Beato Stefano fra i ragazzi e i novizi.
Questa Cappella è “un pezzo di Paradiso”. All'inizio c’erano soprattutto cimeli ed ex-voto. Con l’arrivo del corpo del nostro Beato sono arrivati, ad uno ad uno, i “capolavori di Dio”: le immagini di molti santi e beati, venerabili e servi di Dio accomunati dall’unico grande amore per la nostra dolcissima Madre del Buon Consiglio. Insieme alle tele che rappresentano gli “amici di Dio”, trovano posto nella Cappella anche quattro grandi statue di sant’Agostino, santa Rita da Cascia (monaca agostiniana), san Nicola di Bari (antico patrono di Genazzano e ora compatrono con la Madre del Buon Consiglio), sant’Antonio Abate (figura importante nel processo di conversione di sant’Agostino e patrono della locale confraternita).