La navata laterale sinistra

Altare di San Nicola da Tolentino

  • Mosaico: San Nicola e le anime purganti (D’Urso, 1956);
  • Sulla lunetta, stesso soggetto (Cesare Caroselli, 1882).

Altare dello Spirito Santo

  • Pentecoste. Olio (prima metà del secolo XVII, forse opera della Scuola dei Carracci);
  • Sulla lunetta, Gesù tra i dottori del Tempio (opera giovanile del genazzanese Cesare Caroselli, 1881).

Cappella della Madonna

La protegge per due lati una poderosa cancellata in ferro battuto commissionata dal cardinale Girolamo Colonna (suo lo stemma); fu eseguita nel 1630 e la parte superiore venne dorata due anni dopo.

Attribuita ad Andrea Bregno (1418-1503) è la splendida tribuna di marmo bianco racchiusa nella cappella per proteggere e monumentalizzare la santa Immagine della Madre del Buon Consiglio. Fu commissionata da Antonio Colonna, signore di Genazzano, prefetto di Roma e principe di Salerno, appena pochi anni dopo l’apparizione del 1467. Poggia, per il verso che guarda la navata maggiore, su due colonne di basalto nero scanalate a spirale provenienti dai ruderi di una villa romana, forse di proprietà imperiale. Una terza colonna, dalla parte del muro laterale, anch’essa romana, è in granito orientale.

Sulle tre colonne si elevano due splendidi archi di marmo a tutto sesto con i bordi finemente merlettati. Sopra gli archi, corrono festoni e vasi. Sopra la base degli archi si leggono i bassorilievi dei quattro Evangelisti; allo spigolo delle basi, l’immancabile stemma dei Colonna. Sul culmine dell’arco che guarda la navata centrale c’è la figura del Redentore benedicente; ai suoi lati, Angeli adoranti. Sulla sommità dell’altro arco, uno splendido bassorilievo con Madonna e il santo Bambino in piedi sulle ginocchia della madre. Sotto questo bassorilievo una iscrizione ricorda l’evento miracoloso: DIVINITUS APPARUIT HAEC IMAGO A.D. MCCCCLXVII XXV APRILIS.

Il prezioso altare della Madonna, che racchiude l’Immagine miracolosa, fu commissionato nel 1734 dal grande collezionista e mecenate il cardinale Alessandro Albani, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Il paliotto è di alabastro fiorito, gli specchi laterali del corpo dell’altare sono in lumachellone inquadrato di africano. Le due colonnine sono di verde antico massiccio e i pilastri di alabastro orientale di Portovenere.

La nicchia, di rame dorato, è opera degli artisti Francesco e Luigi Righetti (1819). Sostituisce quella in argento massiccio, trafugata insieme al paliotto e al gradino, anch’essi di argento, ai tempi di Napoleone e dei suoi sodali italiani. Il santuario di Genazzano subì un danno irreparabile dai furti e dalle soppressioni napoleoniche perché molti oggetti trafugati erano, prima ancora che opere d’arte preziose, documenti fondamentali per la ricostruzione della storia e del culto della Madre del Buon Consiglio. Un’altra indelebile onta alla figura dell’’“uom fatale”!

Due cicli di affreschi decorano le pareti:

  1. 1857-59: Fuga in Egitto (Pagnini, lunetta sull’altare); Sposalizio della Madonna (Achille Ansiglioni, a sinistra), Natività (idem, a sinistra, sulla lunetta), Geremia ed Isaia (idem); Ezechiele e Daniele (Ernesto Sprega).
  2. I Papi pellegrini: Pio IX: 15 agosto 1864 (Rainaldi); Giovanni XXIII: 25 agosto 1959 (fratelli Eroli); Urbano VIII Barberini: 21 ottobre 1630 (Carosi); Giovanni Paolo II: 22 aprile 1993 (Dante Ricci).

Le lampade d’argento sono tutte posteriori al 1832 e sono state recentemente restaurate con il concorso dei devoti di tutto il mondo.

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