La navata centrale

Quando fu costruita la nuova facciata nel 1840 l’ultima campata della navata centrale fu accorciata di un paio di metri, riducendone la lunghezza e, all’esterno, creando la più ampia piazza del santuario.

Soffitto: Gli stucchi dorati sono di Giuliano Corsini da Urbino, realizzati tar il 1843 e il 1856.

Affresco della Lunetta della controfacciata: Incoronazione di Maria Regina dell’Universo tra Angeli e Santi  (Luigi Fontana, 1882).

Controfacciata: il grande affresco della Venuta della Madre del Buon Consiglio, con i due affreschi laterali, all’inizio delle pareti della navata, sono tre grandi composizioni storiche che narrano la tradizione della partenza da Scutari, l’arrivo a Genazzano e, infine, l’incoronazione della santa Immagine da parte del Capitolo Vaticano. L’immagine centrale della Venuta rappresenta i principi Colonna e i nobili di Genazzano che tornano dalla caccia, la gente in festa per la festa di san Marco e i lavori della chiesa della beata Petruccia sospesi per mancanza di fondi; sul fondo è riconoscibile il bel campanile romanico di S. Paolo; infine, dall’alto, l’incanto dell’immagine che arriva in orizzonti non più terreni (Prospero Piatti finì questo suo capolavoro il 21 giugno 1883). Gli affreschi rappresentano uno dei capitoli dell’ultima grande pittura sacra romana del XIX secolo.

Affresco al lato della controfacciata, entrando a destra: “Partenza da Scutari” rappresenta i due pellegrini albanesi a seguito della santa Immagine mentre lasciano la loro terra e, camminando sulle acque, attraversano miracolosamente l’Adriatico (Prospero Piatti finì di dipingere l’8 ottobre 1885).

Affresco al lato della controfacciata, entrando a sinistra: “Incoronazione della santa Immagine”. Affresco di notevole interesse storico; il Piatti lo dipinse sulla base di una fotografia da lui stesso scattata dopo aver ricreato la scena in loco. Uno dei chierichetti rappresentanti è il piccolo Davide Perini poi agostiniano e grande storiografo dell’Ordine (finito il 25 novembre 1885).

Ai lati del finestrone affreschi di dodici eroine dell’Antico Testamento accompagnate da angeli, ai lati degli archi della navata, recanti cartigli con espressioni bibliche legate alle loro gesta e riferite al “Consiglio di Dio”. Sono, a partire dal fondo: Sara, Rebecca, Maria, Rut, Josaba, Abigail (destra); Rachele, Giaele, Debora, Betsabea, Giuditta, Ester (sinistra) (Tito Troya, 1881-1882).

Sulla destra, il bel pulpito in preziosi marmi policromi del 1631. Nel 1928 fu ulteriormente impreziosito da una scala d’accesso in marmo scolpita in un solo blocco del peso di 17 tonnellate su disegno di Spirito Migliore (fu inaugurata il 29 aprile 1928).

La Balaustra che chiude il presbiterio, per la fantasia del progetto e l’eccellente qualità dell’esecuzione, è stata attribuita a Gian Lorenzo Bernini e alla sua bottega romana. Proviene dalla demolita chiesa di Santa Maria in Posterula (si trovava sulla strada dell'Orso, in corrispondenza dell'odierna piazza di ponte Umberto I), sede degli Agostiniani irlandesi dal 1819. A seguito della demolizione dell’edificio sacro per la creazione del Lungotevere fu trasferita nella chiesa di S. Pio, fuori Genazzano, dei medesimi Agostiniani irlandesi che nel 1954 ne fecero dono al Santuario. È un segno della straordinaria devozione alla Madre del Buon Consiglio del popolo irlandese. Donazione è ricordata nella lapide (in tre lingue) e nel mosaico del timpano della facciata. I gradini dell’altare maggiore, l’altare e le due porte di accesso al coro con i gruppi di Angeli sono tutti in marmi preziosi; furono eseguiti dai marmisti romani Silvestro Colombi e Carlo Calderari nel 1752. Il pavimento in giallo di Siena e rosso di Francia è stato realizzato tra il 1879 e il 1883. Ai lati del presbiterio spiccano grandi gli specchi marmorei di diaspro di Sicilia. Sotto la mensa eucaristica, dono del cardinale Joachim Meisner (1933-2017), cittadino onorario di Genazzano, è collocata un’Ultima Cena in bronzo di Biggi, realizzata negli anni Settanta.

Affreschi ai lati dell’altare maggiore: sei grandi scene affrescate nell’Ottocento rappresentano momenti della vita di Maria, nascita, presentazione al tempio, l’Annunciazione e la visita a sant’Elisabetta, la Madonna della Consolazione, patrona principale dell’Ordine agostiniano, e sant’Agostino che scaccia dalla Chiesa gli scismi e le eresie personificati dai loro iniziatori (Donato, Pelagio, Ario e altri).

Il Coro: Di noce massiccio, il coro è impellicciato con radica di noce di Pisoniano, fu eseguito intorno all’anno 1777 dal romano Raffaele Gonnella e dal figlio, autori anche del mobilio della sacrestia, ma fu radicalmente restaurato nell’Ottocento. L’organo è

La cantoria risale al 1880, opera di Agostino Lupi di Ceprano e di Angelo Lanzi di Genazzano. L’Organo è della Ditta Tamburini di Crema (29 registri reali) fu inaugurato il 25 aprile 1930.

 

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